Gino Bechi - Fenesta ca lucive e mo' non luci (con testo napoletano italiano) - Video
PUBLISHED:  Sep 30, 2016
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GINO BECHI - FENESTA CA LUCIVE E MO' NON LUCI; canzone napoletana di Bellini; 1947; Orchestra diretta dal Maestro Dino Olivieri; La VdP DA 11300.

TESTO DELLA CANZONE E BIOGRAFIA DELL'INTERPRETE

TESTO:
Fenesta ca lucive e mo' nun luce
(Finestra che splendevi ed ora non splendi)

Sign'è ca nenna mia stace ammalata
(segno è che la mia piccola è ammalata)

S'affaccia la sorella e me lo dice

Nennella toja è morta e sotterrata
(la tua piccola è morta e sotterrata)

Chiagneva sempe ca durmeva sola
(piangeva sempre perché dormiva sola)

Mo' duorme co' li muorte accompagnata
(ora dorme in compagnia dei morti)

Mo' duorme co' li muorte accompagnata

Va nella chiesa e scuopre lu tavuto
(va' nella chiesa ed apri la bara)

Vide nennella toja comm'è turnata
(guarda la tua piccola come è tornata)

Da chella vocca che n'ascéano sciure
(da quella bocca da cui uscivano i fiori)

Mo' n'esceno li vierme, oh che pietate
(ora ne escono i vermi, oh che pietà)

Zi' parrucchiane mio, àbbice cura
(zio parocchiano mio, àbbine cura)

‘Na lampa sempe tiénece allummata
(tieni per lei un lumino sempre acceso)

BIOGRAFIA (da Wikipedia):
Gino Bechi (Firenze, 16 ottobre 1913 – Firenze, 2 febbraio 1993) è stato un baritono e attore italiano. Si avvicinò alla musica a diciassette anni con i maestri Frazzi e De Giorgi, debuttando nel 1936 a Empoli nella parte di Germont ne La traviata di Giuseppe Verdi. Ben presto divenne uno dei più importanti cantanti lirici italiani, venendo chiamato, tra gli altri, al Teatro alla Scala di Milano, all'Opera di Roma, a Lisbona e nei maggiori teatri del Sudamerica. Sono rimaste memorabili alcune interpretazioni in opere verdiane quali Otello, Rigoletto e Nabucco. Nel 1950, in seguito alla rappresentazione di Falstaff al Covent Garden di Londra con i complessi della Scala, la critica non ebbe per lui parole di elogio, probabilmente anche per una certa nota "allergia" dei critici inglesi alle voci molto timbrate di scuola italiana. Nel 1958 ritornò a Londra, al Drury Lane, nel Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, questa volta con grande successo. Si ritirò dalle scene nel 1965. Negli anni successivi gestì una scuola di perfezionamento per giovani cantanti lirici a Firenze. È stato presidente del Concorso Internazionale di canto a Siena intitolato a Ettore Bastianini. Bechi fu uno dei più famosi cantanti lirici tra gli anni quaranta e cinquanta, formando con Maria Caniglia e Beniamino Gigli un trio di artisti la cui fama travalicò l'ambito del pubblico d'opera (vennero soprannominati scherzosamente il "Trio Lescano"). La voce di grande ampiezza, estesa e di pregevole timbro mal si prestava tuttavia alle incisioni discografiche del tempo, tanto che oggi se ne può avere solo una vaga idea, mentre filmati di epoca più recente non ne rendono appieno le qualità. Venne scritturato più volte in film di carattere musicale, sia basati su opere liriche che non, e la sua popolarità presso il grande pubblico rimane particolarmente legata alla canzone di Cesare Andrea Bixio La strada del bosco, colonna sonora del film Fuga a due voci, divenuta un suo cavallo di battaglia.
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