Il M° Giacomo Monica suona le pietre sonore di Pinuccio Sciola - Video
PUBLISHED:  Nov 28, 2013
DESCRIPTION:
Giacomo Monica
Violinista - Compositore - Direttore del Coro Montecastello
suona le sculture sonore di Pinuccio Sciola
"Profili sonori" di Giacomo Monica
Documentario della Radiotelevisione Svizzera Italiana
"Il silenzio è tangibile e intangibile al tempo stesso,
ed è in questo senso che oso definirlo musica."
Yehudi Menuhin

Rubrica culturale "Paganini" trasmessa il 9 dicembre 2012 22':50''
Un bel documentario di Roberto Minini-Meròt dedicato alle sculture di Pinuccio Sciola, scultore sardo di fama internazionale le cui opere, rigorosamente scolpite nella pietra, hanno la particolarità di "cantare", di produrre cioè dei suoni, se opportunamente sollecitate.

Suonare le sculture sonore di Pinuccio Sciola significa:
mettersi in stretto contatto con il silenzio, ascoltando il suono delle pietre nella sua fisicità (altezza, intensità, timbro) e immedesimarsi in tutto ciò che è "voce universale"
contemplare le vibrazioni sonore nella loro altezza, lunghezza, trasmissione e rarefazione d'onda
ascoltare l'intensità per coglierne la dinamica con l'ampia gamma dei riverberi (armonici) dati dal litofono
meditare sull'unicità timbrica che caratterizza il colore del suono così inconfondibile e ancestrale
e costituisce semplicemente per un musicista la base di partenza per indagare e intuire i percorsi dei profili sonori che la pietra in sé racchiude e offre a chi desidera mettersi in sintonia con lei.
Non c'è bisogno di comporre!... al contrario, lo sforzo è quello di lasciare che sia la pietra, ascoltandola, a suggerire le possibilità espressive, sia nei percorsi melodici che percussivi , nel senso maggiormente arcaico e cosmico del termine, ossia il suono che esce dal cuore della materia, che è voce nella natura, in esatta corrispondenza con la voce nell'uomo, una sorta di simbiosi primordiale che può essere risvegliata e animata.
Dopo che l'opera d'arte, per mano dello scultore, è stata creata nel calcare o nel basalto, rimane al musicista il delicato compito d'interpretare ciò che affiora, facendo sì che le sculture tra loro possano dialogare o unirsi alla voce umana. Proporre la bellezza di questa nuova risorsa espressiva rappresenta per me motivo d'interesse profondo da comunicare. Non semplice e superficiale ragione di curiosità, per destare sorpresa o peggio ancora effetto plateale, ma per addentrarsi nella pulsazione di una nuova dimensione che è ulteriore valore ed essenza di un linguaggio non solo formale ed estetico ma soprattutto vivo, tagliente, etereo e vibrante.
G. Monica
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