PECKINPAH - ELLE / OFFICIAL BAD FOLK VIDEO 2012 - Video
PUBLISHED:  Dec 20, 2012
DESCRIPTION:
PECKINPAH - ELLE / OFFICIAL BAD FOLK VIDEO 2012
disco: "That's all bad folk" (2010)
etichetta: CaneBagnato Records

musica: Peckinpah
regia e montaggio: Hi, Toys

http://www.myspace.com/badfolkpeckinpah
https://www.facebook.com/lorenzo.bettazzi.3
https://www.facebook.com/pages/peckinpah/10150097025215244?ref=hl
http://www.canebagnato.org/htm/
https://www.facebook.com/hi.toys?fref=ts

PECKINPAH è l'alter ego musicale di Lorenzo Bettazzi (ex bassista nella band fiorentina Zenerswoon) che per questo suo progetto solista si è ribattezzato con il nome del regista americano Sam Peckinpah ereditando dal suo cinema un'idea di modello umano non troppo incoraggiante e una certa attitudine 'loner' nei confronti della realtà che lo circonda.
Entrambe caratteristiche che impregnano la musica e i testi delle sue canzoni.


THAT'S ALL BAD FOLK (CaneBagnato Records 2010)
RECENSIONI:

"Pregevole lavoro griffato CaneBagnato Records, registrato al Bunkerhaus Studio di Firenze da Sonic Saboteur e Ricca, questo disco è balsamo per ogni animo che combatte e non si rassegna, si sbronza di tequila e piange calde lacrime alla vana ricerca di un altrove. L'iniziale Elle è una delle canzoni più belle scritte negli ultimi anni. (...) Non si può che volere bene ad un progetto come Peckinpah. Perché i tempi saranno pure cambiati, ma Lorenzo Bettazzi no." (Alessandro Zoppo/perkele.it)

"A Peckinpah bastano trenta minuti per conquistare il pubblico con le armonie intramontabili del folk." (Roberto Mandolini/Rockerilla)

"Pregio maggiore dell'arte di Peckinpah è il saper attingere da immaginari agli antipodi per poi rimestarli in un calderone di malinconie e impeto, scrittura inappuntabile e misura, tra una chitarra acustica e un pianoforte, una batteria e un'elettrica ruvida, dando vita a un intimismo orgoglioso, non troppo stereotipato e al tempo stesso inspiegabilmente pop. Firenze la città di provenienza, CaneBagnato l'etichetta, per una delle produzioni più interessanti dell'anno." (Fabrizio Zampighi/Il Mucchio)

"Peckinpah è l'artista che mette anima, cuore e poesia a nudo, nel suo folk etereo e nei substrati spirituali che, nel momento in cui vengono liberati, diventano un piccolo patrimonio di grazia da custodire avidamente." (Massimo Sannella/Beat Bop A Lula)

"Peckinpah si porta appresso consapevolmente un passato fatto di folk americano fine '70 e schegge di anni '90. L'album è godibilissimo e fila via che è una meraviglia, sfoderando anche un discreto afflato epico, grazie all'immediatezza garantita dalla sola chitarra e dalla voce chiara e limpida. La vena malinconica e l'animo younghiano di Peckinpah concorrono bene a dare al disco compattezza e personalità, con la bella voce protagonista a cementare il tutto. Ottimo." (Eugenio Zazzara/NerdsAttack)

"Le canzoni di That's all bad folk trovano nella loro genuinità l'espressione migliore per comunicare all'ascoltatore, trafiggendolo nell'animo già ferito nel profondo e stimolando attraverso parole rappresentative di un disagio esistenziale. Peckinpah mette in evidenza un songwriting degno di nota, molto simile, sotto certi aspetti, a quello di Devendra Banhart, estraendo dal suo cilindro nove brani intensi e unici. L'ennesimo buon progetto della CaneBagnato, un disco che non possiamo fare a meno di annoverare come una delle migliori produzioni acustiche di questo 2010." (Alfonso Fanizza/Mescalina)

"That's all bad folk è un album semplice e principalmente acustico, in cui a farla da padrone sono le linee melodiche delle canzoni, mai banali eppure avvincenti. Vince in Peckinpah il fatto di avere uno stile tutto suo, per cui l'andamento delle sue canzoni si riconosce al primo ascolto, e l'aver trovato il modo per dare al disco una precisa identità, operazione che non coincide affatto con il bisogno di una produzione pomposa." (Giulia Nuti/Il Popolo del Blues)

"Il suono del disco è ottimo, con la dolce voce di Peckinpah stesa su intrecci di chitarra sia acustici che elettrici e su qualche sparutissima incursione da parte di pochi altri strumenti, il songwriting sempre eccellente..." (Lino Brunetti/Buscadero)

"Un misto tra il virtuosismo della musica del Sud degli Stati Uniti e la passionalità italica, che dà origine a un lavoro abbastanza facile da assorbire e da apprezzare. In meno di mezz'ora esplora i meandri della dicotomia tra inconscio e razionalità umane, assegnando con giudizio le parti più aspre ad armonie meno ottimiste, quelle più sdolcinate ad atmosfere di scettica severità. Una figura in più da ammirare nel panorama italiano." (Gadis Argaw/Loudvision)
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