NATIVES_Cantata per la Terra_Excerpts_by Simone Maggio e Monica Maria di Siena - Video
PUBLISHED:  May 30, 2017
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Teaser Short Version

“Così noi decideremo di vendervi la nostra terra. Ma questo è strano per noi. Perché se non possediamo lo scintillio dell’acqua, il silenzio della foresta , come possiamo venderle?...”

Natives è un progetto musicale nato da una profonda risonanza con l’essenza dell’anima dei “Nativi”, come vengono chiamati gli uomini che popolavano l’America prima che i bianchi la conquistassero brutalmente, distruggendo una cultura tra le più profonde e poetiche della umanità.
Le fonti del progetto sono state cercate tra i canti di varie tribù e filo conduttore che scandisce l’intrecciarsi di queste ombre che attraversano l’intera gamma delle emozioni ed esperienze umane è il discorso di Chief Seattle, il primo ( e forse insuperato per bellezza), discorso in difesa del pianeta.

E’ importante sottolineare che il concetto di Nativi non si riferisce in questo progetto ai soli indiani d’America ma vuole rivolgersi e parlare di tutti gli esseri umani, che indipendentemente dal loro grado di evoluzione tecnologica, sono stati e rimangono dei Nativi , degli abitanti di Madre Terra.

Il cacciatore, la sua donna, l’innamorato, i fiumi come fratelli fatti di acqua, gli animali come compagni del nostro viaggio terreno(“cosa sarebbe l’uomo senza animali? Se gli animali scomparissero l’uomo morirebbe a causa della sua immensa solitudine…”)il vecchio alla fine dell’esistenza, il dolore per un piccolo figlio perduto ,il vanto orgoglioso per lo splendore del proprio cavallo,la supplica ai poteri più alti per il dono della pioggia…

Il pacato, paziente,quasi stupito rilevamento delle diversità tra la razza bianca e la razza dei nativi sembra lo stesso senso di costernata confusione che ci coglie dinanzi alla testimonianza di una violenza, del prevalere di un interesse per cui pochi godono di una abbondanza mentre molti sono nel bisogno.
Non è un sistema di credenze contro un altro: è il ricordo di quello che può rendere la vita di ogni creatura un’esperienza significativa o avvicinarla ad un viaggio disperante come le preoccupanti emergenze sociali della nostra struttura occidentale stanno facendoci avvertire: è l’uomo che si differenzia da ciò che ci rende non umani.

Chief Seattle parla della poesia intessuta nella nostra memoria genetica e ci avvicina ad una parte che la più sofisticata delle tecnologie non potrà mai ( per nostra fortuna) sostituire: la nostra irriproducibile, non misurabile, non sostituibile qualità di esseri umani.

www.simonemaggio.com
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