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Chris Catena è un affermato Lead vocal, frontman e producer, cantante e produttore discografico della band Doctor U ( www.we-are-dru.com ).

Chris nasce con un forte imprinting musicale conferitogli dall'entourage familiare: suo padre era un tenore di livello mondiale, il che lo ha da subito avvicinato al teatro e in particolar modo all'ambiente della musica lirica, i suoi due fratelli erano DJ.
In casa sua, quindi, la musica ha sempre toccato tutti i generi, e si espande dalla musica classica e lirica sino all' heavy metal, fino alla musica elettronica di Cage e Stockausen.
La sua passione per la lirica è sempre stata enorme, ed è sempre stato abituato a vivere le produzioni, le prove e recite in quell'ambiente con grande coinvolgimento.

Nella piacevole e lunga intervista Chris Catena racconta le sue esperienze professionali. All' inizio della sua carriera registrava le sue demo con un multitraccia tascam analogico 4 piste, ed ha vissuto l'avvento dell' home recording con equipment digitale notando come quest'ultimo abbia svalutato il valore delle produzioni.
Ha spesso ingaggiato personaggi illustri per i suoi album come Earl Slick (chitarrista di David Bowie ), Maurizio Solieri (Vasco Rossi), Giacomo Castellano (Gianna Nannini, Raf, Vasco Rossi, Noemi), e molti altri. Racconta di produzioni e mixing mal riusciti insieme ad altri che hanno ottenuto risultati eccellenti.

La sua ultima produzione con il gruppo, gli "Dr. U" è un grande impegno nella produzione artistica ed esecutiva nel creare e avviare una band per poi promuoverla e venderla.
A tal proposito ci sono varie le varie fasi che caratterizzano il management di ogni produzione: la pre-produzione, la post-produzione, il mastering, nonché la ricerca di collaborazione con sound engineer, con i musicisti, arrangiatori, programmatori, gli studi di registrazione ed anche con organizzatori, costumisti e locali.
La musica dovrebbe essere concepita con schemi e canoni ben precisi a secondo del genere, le produzione hanno bisogno di collaboratiori precisi e concentrati, in grado di offrire un vero e significativo tributo alla musica.

Chris sottolinea l'importanza del business planning necessaria al confezionamento di un prodotto valido che possa interessare i produttori. Non meno importante, da non sottovalutare, l'aspetto del team building, essenziale per avere un gruppo di persone che lavorano con affiatamento. In osmosi.
Parla delle guest star o special guest che dir si voglia, che hanno collaborato in diverse sue produzioni, confessando il privilegio che gli ha permesso di avere delle featuring importanti senza investire soldi.

Racconta poi le vicissitudini che ha dovuto affrontare durante il mixing dei suoi progetti. I numerosi sound engineer provinati e le varie delusioni avute, spesso inaspettate, con alcuni professionisti blasonati.Sempre in fatto di collaborazione sottolinea l'importanza che oggi riveste internet; la possibilità di collaborare a distanza con studi di registrazione, band, manager, utilizzando e-mail e Facebook, per citarne alcuni, abbattendo così i costi.


La figura del produttore discografico dovrebbe essere incoraggiata. Infatti l'endorser e l'endorsement offrono ai musicisti le tattiche e le strategie necessarie per poter raggiungere visibilità e successo.
A proposito della questione economica nell'ambito delle productions ed i "break even", Chris pensa che una soluzione venga dalla collaborazione vicendevole tra studi di registrazione ed artisti.
Quando si produce un disco, il parametro della spesa dovrebbe esser trattato in modo molto forfettario. Per esempio il proprietario dello studio dovrebbe instaurare un rapposto molto flessibile e conveniente con i musicisti, non pensare tassativamente all' aspetto economico e alle ore occupate in studio, dato che registrare musica comporta la creazione di un opera artistica.

Non manca, inoltre, l'appunto sulla differenza di mentalità tra Italia e USA. Nel paese a stelle e strisce, per esempio, fin dalle scuole primarie si educa all'apprendimento polistrumentale. Questo non accade da noi, ma l'aspetto negativo principale dell'Italia è la mancanza di autostima.