Coda di lupo - Fabrizio De Andrè - Video
PUBLISHED:  Sep 18, 2011
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non so ... mi sembra che sia poco ascoltarla , vorrei fare di più , incorniciarla , farne parte , mangiarla ...
Coda di lupo - 1978 Rimini - Testi e musiche di Fabrizio De André e Massimo Bubola
CODA DI LUPO
Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto
correvo dietro ai cani
e da marzo a febbraio mio nonno vegliava
sulla corrente di cavalli di buoi
sui fatti miei sui fatti suoi
e al dio degli inglesi non credere mai
E quando avevo duecento lune
e forse qualcuna è di troppo
rubai il primo cavallo e mi fecero uomo
cambiai il mio nome in "Coda di lupo"
cambiai il mio pony con un cavallo muto
e al loro dio perdente non credere mai
E fu nella notte della lunga stella con la coda
che trovammo mio nonno crocifisso sulla chiesa
crocifisso con forchette che si usano a cena
era sporco e pulito di sangue e di crema
e al loro dio goloso non credere mai
E forse avevo 18 anni e non puzzavo più di serpente
possedevo una spranga un cappello e una fionda
e una notte di gala con un sasso a punta
uccisi uno smoking e glielo rubai
e al dio della Scala non credere mai.
Poi tornammo in Brianza
per l'apertura della caccia al bisonte
ci fecero l'esame dell'alito e delle urine
ci spiegò il meccanismo un poeta andaluso
"per la caccia al bisonte - disse - il numero è chiuso"
e a un dio a lieto fine non credere mai.
Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little-Big-Horn
capelli corti generale ci parlò all'università
dei fratelli tute blu che seppellirono le asce
ma non fumammo con lui non era venuto in pace
e a un dio fatti il culo non credere mai.
E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo
che ho scaricato la mia rabbia in un teatro di posa
che ho imparato a pescare con le bombe a mano
che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano
con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoria
e a un dio senza fiato non credere mai..



Introduce il mondo degli indiani, ed è la storia di un bambino che, diventato uomo, scegli il nome di Coda di lupo e fa il suo ingresso nel mondo dei grandi, prima rubando un cavallo, poi uccidendo uno smocking, forse per vendicare la morte del nonno crocefisso sulla chiesa nella notte della lunga stella con la coda. Da vecchio assiste all'arringa del generale (riferimento al sindacalista Luciano Lama, criticato per il suo moderatismo) agli universitari romani, ma si rifiuta di fumare con lui: "non era venuto in pace". Il brano annuncia la fine delle grandi contestazioni e delle rivendicazioni sindacali ed esorta a non credere mai al "Dio della Scala", a un "Dio a lieto fine", ma neanche a un "Dio fatti il culo".
viene ricordata soprattutto per l'accusa nei confonti del sindacalismo di sinistra di avere oramai "seppellito le asce..." a proposito della visita di Lama allora segretario della CGIL (capelli corti generale) all'università di Roma quando fu contestato dagli studenti
non fumammo con lui,non era venuto in pace...Coda di Lupo è, insieme a la domenica dele salme, la sola canzone di fabrizio ad avere un respiro, per così dire, storico.
Mentre la domenica delle salme si "limita" a scattare una fotografia impietosa di quegli anni di "merda" che culminano nella caduta del muro di berlino; inchiodando quell'avvenimento in una "fissità" che sortisce l'effetto di lasciarci sgomenti. I pochi riferimenti al passato di alcuni dei protagonisti non inficiano l'inferno di un eterno presente.
Diversamente accade per "coda di lupo"!
Qualche anno dopo, la storia di un impiegato, fabrizio torna a parlare di politica. Tenta un bilancio e, per farlo, parte da lontano. Prova a tracciare una storia dell'antagonismo, usando un artificio: muove dagli indiani d'america e dal loro impatto colla civiltà occidentale per arrivare agli "indiani metropolitani" e al movimento del '77, che chiude il decennio cominciato nel 1968.
De André ci parla, in questa canzone scritta nel 1978, dell'ultimo vero conflitto che ha segnato la società italiana: quello fra l'estrema sinistra e il più grande partito comunista d'europa, incapace nella sua totale cecità di sfruttare la vittoria elettorale del 1975, impegnato com'era a fare professione di moralismo e di austerità!
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