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Ritenendo assai complesso condensare in circa dieci minuti di musica la narrazione di un volume di così vaste dimensioni come il Doctor Faustus di Thomas Mann, quando mi è stato commissionato questo lavoro, ho ritenuto più opportuno concentrare la mia attenzione su un solo capitolo, il XXV.
Ho scelto allora di raccontare dell’ incontro tra il Leverkuhn e Mefistofele, “l’angelo del veleno”, il “calunniatore”, il “dicis-et-non-facis”; ho scelto di rappresentare il “gelo tagliente” che avvolge la sua figura; il suo aspetto mutevole: talvolta “allampanato dalla voce articolata, da attore di teatro”, talvolta “carogna”, talvolta “intellettuale dal viso puro e morbido”; ho scelto di narrare della seduzione, dell’inferno, dell’oblio e delle grida dei dannati.
L’ascoltatore noterà che non sono presenti riferimenti alla sonata op. 111 di Beethoven, di cui nel capitolo si da ampia citazione; questa non vuole essere una dimenticanza, ma un segno di rispetto verso quella che reputo una delle pagine più significative della letteratura pianistica di tutti i tempi. – Fabio Massimo Capogrosso