Avellino: E' x te che batte il cuore - Video
PUBLISHED:  Nov 03, 2010
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Inno all'Avellino

Cantando "Avellino"
Scritta di getto e vivificata in immediato connubio con le note, come accade quando l'esperienza diretta ritrova immagini personali ed intime, impressioni in pura evidenza, percezioni che appartengono al vissuto tradizionale ed al presente della speranza, questo puzzle-resoconto che procede per "rivelazioni" ha il dono dell'accessibilità.
Le sensazioni incalzano, si accumulano, mentre il procedimento logico trova il giusto incastro perché l'itinerario di dati visivi, sonori, olfattivi, si articoli in un vero e proprio ritratto di Avellino, tra doni di natura, uomini di coraggio e desideri, pregi d'orgogliosi riferimenti.
I dati essenziali, proposti in valenze metaforiche, in sintesi impressionistiche, consentono di ricostruire in organica unità scenica i vari dettagli fisico-emotivi, per cui, alla fine, non possono esserci equivoci: c'è l'Irpinia, tanto generosamente verde che perfino l'aria s'impregna e colora di naturali annunci i boschi e vigneti, di vigore spontaneo e di coltivazioni che tramandano l'opera di padri generosi e di figli che non si smemorano. L'occhio e la memoria ritrovano alberi e frutti, fichi, castagne, nocciole, grappoli "bianchi e neri", profumi intensi, primavere fiorite, camini accesi, voci domestiche, storia di grandi eventi, di coraggiosa sapienza, dell'orgoglio del lupo connotativi di vita dura e di irrinunciabile libertà.
Antonio Delle Donne canta una Città con la sua gente, le connotazioni identificative, i desideri, i sogni, non esclusi quelli che aggregano gli sportivi intorno alla squadra dei calciatori dalla maglia colorata di verde.
Tutto così semplice ed intenso da farsi cantare in entusiastico coinvolgimento: l'universo naturale e la voce del sangue, hanno ispirato il genio di un artista del livello di Giuseppe Antonello Leone a cogliere la vita che fluisce nella natura della città che gli è cara, di ritrovarne le metafore, di alludere alle gare sportive, a quella sostanza misteriosa che traduce in poesia i nessi referenziali: un inno emozionale si è ritrovato nell'immaginario pittorico. Una terra dura, generosa, orgogliosa, una Città amata, l'onda della memoria emozionata, la consapevolezza d'esserci con, tra, e per, i figli di una Città magica dell'Irpinia, "gente e vita ballerina", come canta Antonio Delle Donne in una lirica, hanno rinsaldato i legami tra cantautore e un grande maestro delle arti visive.
Il ritratto della vitalissima Avellino è completo: all'orgoglio del fare, alla dignità operosa, è conforto il vino dei magnifici e rinomati vigneti; la memoria degli avi, il lupo nella mente, motiva il progetto e la speranza, anche quella di una coinvolgente storia sportiva.


Angelo Calabrese
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