Mario Caprioli - BON COMPLEANO (Auguri, putela!) poesia in dialetto veneziano - con testo - Video
PUBLISHED:  Sep 09, 2013
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Mario Caprioli
BON COMPLEANO (Auguri, putela!) poesia in dialetto veneziano

(l'occasione di un compleanno fa rivivere al poeta le emozioni di quando diventò padre per la prima volta)

Le stele gera talmente tante
che no ghe gera posto par el cielo.
L'aria gera ciara e frissante
come na botilia de spumante.
Su na camareta picenina,
e sensa i mobili de la cusina,
có le boche s'ha incontrà
le gera talmente calde
che le se ga scotà.
Un baso più forte de un s-ciafo
e sento caresse de la pele co la pele.
I oci ne brilava
el cuor ne saltava forte.
Gera febraro de l'ano Sessanta,
to mama pareva na putela.
El tempo in furia xe passà,
ma, me ricordo ben,
xe stà cussì che so' deventà to papà.
Sul libro de la me vita, la pagina più bela,
ti resti ti par ricordarmela, putela.

TRADUZIONE
BUON COMPLEANNO (AUGURI, BAMBINA!) //Le stelle erano talmente tante / che non c'era posto per il cielo, / L'aria era chiara e frizzante / come una bottiglia di spumante. / In una cameretta piccolina, / e senza i mobili della cucina; / quando le bocche si sono incontrate / erano tanto calde / che si sono scottate. / Un bacio più forte di uno schiaffo / e cento carezze della pelle con la pelle. / Gli occhi ci brillavano / il cuore ci balzava forte. / Era il febbraio dell'anno Sessanta, / la tua mamma pareva una bambina. / Il tempo in fretta è passato, / ma, mi ricordo bene, / è stato così che sono diventato tuo papà. / Nel libro della mia vita, la pagina più bella, / resti tu per ricordarmela, bambina.



BREVE PROFILO DEL POETA MARIO CAPRIOLI
E' nato a Venezia nel 1935, nel popolare rione di Seco Marina, nel sestiere di Castello. Dotato di una singolare intelligenza, stimolata da una curiosità insaziabile che lo spingeva a dedicarsi alle più diverse attività, in tutte raggiungendo livelli di eccellenza, scoprì nella maturità una divampante passione per la poesia, che riempì intensamente gli ultimi anni di una vita prematuramente interrottasi nel 1987.
La lingua poetica di Mario è il dialetto della sua città, come è andato configurandosi nei decenni successivi all'ultima guerra, quando il vernacolo si è piegato a una inevitabile "italianizzazione", conservando tuttavia strutture e morfologie proprie, nelle quali si innestano di tanto in tanto modi e parole che paiono giungerci da antichità remote e sanguigne. I suoi motivi di ispirazione erano quelli di ogni tempo: l'amore, l'amicizia, la famiglia, il ricordo degli anni dell'infanzia, il sentimento della brevità della vita e, soprattutto, il rimpianto per il degrado inarrestabile di una città che ha trovato nella modernità la sua più feroce nemica.
Mario Caprioli non ha pubblicato nulla in vita, limitandosi a leggere le sue poesie ai microfoni di una radio locale, in incontri conviviali, o direttamente agli amici. Parte della sua produzione è stata pubblicata postuma nel 1988 a Venezia, nel volume "Aghi da pómolo". Lasciò svariate registrazioni su audiocassetta, in cui si può godere la sua bella voce, intensa e profonda, miracolosamente mai arrochita dalle troppe sigarette che gli erano state inseparabili compagne di vita. Una scelta di queste sue letture verranno via via inserite in questo canale, in ricordo di un poeta singolare, all'apparenza semplice e ingenuo, ma profondo e meditato come pochi altri.
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