Auditorium Parco della Musica - Ottobrata Romana - Intervista a Raffaello Simeoni - www.HTO.tv - Video
PUBLISHED:  Oct 14, 2013
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Come in Autunno cadono le foglie, così nell'Auditorium parco della Musica sono caduti, sul pubblico che anche ieri sera ha fatto registrare il tutto esaurito, i versi in vernacolo romanesco di uno dei più grandi poeti della cultura italiana, Gioacchino Belli. A lui, infatti, il maestro Ambrogio Sparagna ha voluto dedicare, in occasione del 150° anniversario della sua morte, una serata nella quale sono stati recitati circa una trentina dei più celebri sonetti del poeta letti dall'attore Massimo Popolizio mentre Ambrogio Sparagna e l'Orchestra Popolare Italiana hanno fatto da cornice e da eco a quei versi costruendo una sorta di contrasto di questa poesia singolare anche mediante l'uso degli strambotti, canti d'amore, tratti dalle raccolte ottocentesche dei canti popolari romani e di particolare di Giggi Zanozzo, che sono stati eseguiti da solisti ma anche dal Sestetto Vocale di Orvieto, per la prima volta all'Auditorium, e dal Coro Popolare proprio per far sì che il popolo risponda a questa solitudine del poeta con il tentativo di dare un segno anche diverso a questa grande poesia.
"Belli ha voluto raccontare il popolo romano e ha voluto lui stesso essere parte di quel popolo", racconta il maestro Sparagna. "Il poeta si trasforma, ha voluto dar voce al popolo che esprime questo urlo forte nei confronti del degrado morale che gli è attorno e del potere in generale. Belli non è un uomo che trova speranze, conforto; la sua è una condizione tragica, dove non c'è speranza, salvezza".
Ogni sonetto è un quadro compiuto ed ognuno di questi vive di luce propria, il leit motiv che lega tutti i sonetti è il racconto del popolo romano, della plebe romana, motivo ricorrente in loro è l'amore carnale, la passione, ma al tempo stesso c'è il senso cupo della morte, della perdita della vita, la descrizione di Roma nei suoi particolari, il senso di vaghezza, di sogno, e il senso di Pietà, che tanto emotivamente ha colpito Sparagna, del popolo romano che soffre, che vive in una situazione di grande difficoltà Sembra quasi che il tempo si sia fermato a duecento anni fa.
Magistrale interpretazione di Massimo Popolizio quanto eccellente l'esecuzione dei brani musicali che ci hanno fatto, per una serata, ritornare indietro nel tempo ed immergerci nelle strade di Roma, vissute dal popolo romano di metà ottocento. Progetto unico e straordinario quello del maestro Ambrogio Sparagna che, ancora una volta ha stupito, meravigliato e lasciato tutti gli spettatori entusiasti, confermato dallo scroscio di applausi alla fine di ogni sonetto e brano musicale e dalla richiesta del bis finale.
Il maestro, alla fine, dopo i ringraziamenti, ha rinnovato l'appuntamento con i suoi fedelissimi spettatori per dicembre, sempre all'Auditorium Parco della Musica con la Chiarastella, per immergerci nel calore del Santo Natale.

Michela Cossidente

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