Morgue Snack Bar - Cacogenio Malmorto - Video
PUBLISHED:  Jun 06, 2013
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"Cacogenio Malmorto"

Nacqui nel 1954, estratto da una levatrice virago che aveva ben poco a che fare con Socrate,
la cosa mi traumatizzò e non spiccicai parola prima dei sei anni.

Fui veramente felice quando, nel 1960,
acquistai finalmente l'uso della parola e presi in prestito il grido
ma la maestra mi mise una nota e me li confiscò.

Fui veramente allegro nel giorno del mio diciottesimo compleanno,
quando il vino mi accese gli occhi
ma le forze dell'ordine mi espulsero dal mio stato di ebrezza
e così fui costretto a latitare altrove.

Fui veramente innamorato quando avevo vent'anni,
ma le armi di Cupido non son di certo intelligenti
e la sua freccia mi colpì dritto in un occhio,
così persi di vista la mia metà e la metà della mia vista.

Fui veramente furioso a ventun anni,
una notte, in un vicolo cieco, riempii di botte da orbo un tale
reo di avermi guardato storto ma poi scoprii che era un personaggio molto in vista,
e fu così che mi diedero una bella gattabuia da pelare.

Fui veramente disperato circa 365 tacche sul muro della gattabuia dopo,
ma quel posto oltre ad essere invivibile era, ahimè, anche immoribile,
non c'era via di cappio, crepavo dalla voglia di morire ma ero condannato a vita,
fu così che perdetti anche la speranza nel suicidio.

Fui ufficialmente libero un anno e sei mesi più tardi,
ma qualche tempo dopo capii che non potevo bastare a me stesso,
finché durante una lunghissima notte di solitaria preghiera udii una voce che mi disse:
"Vai e moltiplicati!".
Mi presi alla lettera e fu così che diventai schizofrenico.

Impazzimmo per davvero, a ventiquattro anni,
non appena ci rinchiusero in un manicomio;
la nostra stanza era piccola ma molto confortevole, era una sorta di enorme divano cubico,
il nostro ampio soggiorno fu però breve per via della Legge Basaglia,
e fu così che uscimmo a riveder le stalle.

Fui veramente squilibrato, nel 1981,
quando la mia personalità si spopolò non rimase che il peggio di me,
ma proprio in quell'istante passò la mia maestrina delle elementari,
il peggio di me la intravide e alla bell'e meglio rovistò nella sua borsa e fra le sue rughe cercando il maltolto,
ma mentre la giustizia se la svignava, arrivò la polizia ed un proiettile mi colpì al cuore.
Fu così che ritrovai le ultime parole per maledirvi tutti.

Morii pieno di belle speranze, pochi secondi dopo,
felice come non fui mai in vita,
non vedevo l'ora di rifarmi una nuova morte,
ma appena trapassato nell'aldilà...
c'era una levatrice virago che aveva ben poco a che fare con Socrate!

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Batteria: Andrew Dranken
Basso: Vincenzo Goebbels
Tastiere: Antonio Loy
Chitarra: Vera Lynn
Sax: David Sax Machine
Voce: Annibale Verzeni

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Registrato presso gli studi "Giuggy's House" (Sorso)
e finalizzato presso "La Mannaia Records".

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Un ringraziamento speciale al paziente tecnico del suono Jose Quervo.
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