Farizio De Andrè - KHORAKHANÈ "a forza di essere vento" - Video
PUBLISHED:  Jul 11, 2011
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1996. Anime Salve..
Ivano Fossati canta con Fabrizio De André
Prodotto da Fabrizio De André e Piero Milesi
Arrangiamenti e direzione d'orchestra di Piero Milesi
A Naco, splendido musicista e grande caro indimenticabile amico.

KHORAKHANÈ*
"a forza di essere vento"

Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento
porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso
qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finchè un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace
i figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via
e poi Mirka a San Giorgio di maggio**
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere
ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina***
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio


Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta
vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla
ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti

Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà
sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali

* Khorakhane' - Tribù rom di provenienza serbo-montenegrina il cui nome significa "lettori del Corano"
** Festa annuale del popolo rom nel sud della Francia
*** Baracca da campo

L'emarginazione deriva anche da comportamenti acquisiti da culture antichissime. Gli zingari girano il mondo da più di duemila anni, se vogliamo credere a Erodoto. Questi Rom, questo popolo libero è affetto da dromomania, cioè desiderio continuo di spostarsi. Non credo abbiano mai fatto del male a qualcuno, malgrado le strane dicerie; è vero che rubano - d'altra parte non possono rinunciare a quell'impulso primario presente nel DNA di ciascun essere umano: quello al saccheggio, di cui abbiamo avuto notizie in queste ultime amministrazioni - però non ho mai sentito dire che abbiano rubato tramite banca. Inoltre non ho mai visto una donna Rom battere un marciapiede. Girano senza portare armi; quindi se si doevesse dare un Nobel per la pace ad un popolo, quello Rom sarebbe il più indicato.
[Presentazione del brano durante il concerto al Teatro Valli di Reggio Emilia (6/12/1997)]

Parla del popolo Rom e delle sue vicissitudini. Si condensano con abilità compositiva le storie degli zingari i quali godono di una ricchezza a noi sconosciuta.
La melodia indica una compassione amorevole verso questa gente e il testo in romanes, cantato sul finale da Dori Ghezzi, la sottolinea

Se un giorno ci trovassimo a scrivere la storia della pace, non potremmo dimenticare gli zingari che, a parte la citazione che ne fa Erodoto, girano il mondo da oltre venti secoli senza armi. Il nomadismo di Khorakhané e di varie altre tribù del popolo rom comporta un'identità ridotta al nome, all'essenziale, un'identità intrisa di libertà, dove il controllo spetto soltanto alla famiglia: l'economia delle pulsioni, la riduzione delle cose a un principio unitario e assolutistico come lo Stato, nel movimento incessante, risulta impossibile.
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