Sally - Fabrizio De Andrè - Video
PUBLISHED:  Sep 04, 2011
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1978 Rimini - Testi e musiche di Fabrizio De André e Massimo Bubola



SALLY
Mia madre mi disse non devi giocare
con gli zingari nel bosco
Mia madre mi disse non devi giocare
con gli zingari nel bosco
Ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello
ma il bosco era scuro l'erba già alta
dite a mia madre che non tornerò.
Andai verso il mare senza barche per traversare
spesi cento lire per un pesciolino d'oro
Andai verso il mare senza barche per traversare
spesi cento lire per un pesciolino cieco.
Gli montai sulla groppa e sparii in un baleno
andate a dire a Sally che non tornerò
Gli montai sulla groppa e sparii in un momento
dite a mia madre che non tornerò.
Vicino alla città trovai Pilar del mare
con due gocce d'eroina s'addormentava il cuore.
Vicino alle roulottes trovai Pilar dei meli
bocca sporca di mirtilli un coltello in mezzo ai seni.
Mi svegliai sulla quercia l'assassino era fuggito
dite al pesciolino che non tornerò.
Mi guardai nello stagno l'assassino s'era già lavato
dite a mia madre che non tornerò.
Seduto sotto un ponte si annusava il re dei topi
sulla srada le sue bambole bruciavano copertoni.
Sdraiato sotto il ponte si annusava il re dei topi
sulla strada le sue bambole adescavano i signori.
Mi parlò sulla bocca mi donò un braccialetto
dite alla quercia che non tornerò.
Mi baciò sulla bocca mi propose il suo letto
dite a mia madre che non tornerò.
Mia madre mi disse non devi giocare
con gli zingari nel bosco
Ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello

"Sally" è probabilmente un brano autobiografico in cui Fabrizio parla della sua vita giovanile in cui il desiderio di lasciare la madre (e quindi i legami familiari) era molto forte ma forse non sarebbe ancora stato il momento giusto.
Credo che questa canzone rappresenti un po' la fine meschina che troppo spesso fanno i sogni e i tentativi di cambiamento.
Politicamente si puo' legare al fenomeno delle Brigate rosse e simili, ma non necessariamente.
"Mia madre mi disse non devi giocare con gli zingari nel bosco"...Disobbedire alla figura materna, cioe' all'ordine costituito, a quei comandamenti scritti proprio da chi puo' permettersi di non rispettarli.
Ma l'animo giovane e ancora fertile del protagonista decide di andare lo stesso perche' "il bosco era scuro e l'erba gia' verde", cioe' praticamente perche' la sua natura lo spinge ad andare e basta, senza ragione (avete mai visto boschi chiari ed erba blu?). Troppo forte il richiamo ad un incontro proibito: arriva Sally col suo tamburello, donna o bambina non conta, comunque utopia solo sognata ed adesso reale. "Dite a mia madre che non tornero'." Dite, voi generico, rivolto ad una societa' ben attraccata a terra con piedi e mani ed incapace di sognare.
"Andai verso il mare...spesi cento lire per un pesciolino cieco...sparii in un baleno". Quindi l'obiettivo della fuga diventa il mare immenso, il bosco non basta piu', "andate a dire a Sally che non tornero'", dopo la madre, adesso e' la donna che ti aveva accolto all'ingresso del bosco che viene abbandonata, lasciata per intraprendere una nuova avventura, un nuovo viaggio, a cavallo di un pesciolino cieco, cioe' senza sicurezze ma nel rischio piu' completo e totale, solo per tentare di arrivare, o la va o la spacca per dirla come i detti popolari. Povera Sally, originaria meta finale del peregrinare, dell' agire, infatti il titolo del brano si riferisce a lei, che pure e' un personaggio marginale.
Entrano poi in scena Pilar del mare e Pilar dei meli, che dubito siano la stessa persona, o idea o cosa. La citta', luogo dove Pilar o chi per lei si "addormenta il cuore con due gocce d'eroina", quindi viaggio artificiale che spesso porta alla morte come unica via di fuga fra le mura di una citta', al contrario di pilar dei meli, idea selvaggia e zingara che si trova nell'eterno viaggiare (vicino alle roulottes), niente droga ma una bocca sporca di mirtilli, frutti selvatici, ed un coltello che la uccide, forse per rabbia, forse per negarle la liberta'.
E che l'assassino sia il protagonista? "Mi guardai nello stagno, l'assassino si era gia' lavato"...nello stagno si riflette la propria immagine, magari capita di essere colpevoli senza rendersene conto, presi irrefrenabilmente da una cultura di negazione della liberta' che credevamo lontana da noi e che invece ci ha assorbito completamente.
Dite a mia madre che non tornero', il viaggio mi ha provato, ho fallito, sono stanco, la voglia di giocare libero nel bosco mi ha portato ad uccidere, la voglia di cercare onestamente la liberta' mi ha portato ad usare mezzi che credevo fossero le armi solo di chi combattevo.

''Franco Senia'' 20/05/99
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