Mi piace colorare, disegnare nuvole e stelle, i pennelli piatti e le tele bianche, le paste la domenica mattina, il vento quando si addolcisce, le scarpe rosse, la gentilezza, gli arancini di riso, la raccolta differenziata, un tea caldo con gli amici, le terrazze sulla spiaggia, mary poppins semplicemente perfetta sotto ogni punto di vista, i crackers spalmati di nutella, le maglie a righe, Emily Dickinson, i cortometraggi francesi, scrivere sul primo foglio di un quaderno nuovo, i pastelli ad olio, il pane carasau, le nuvole variopinte, vivere su quest’isola, le telefonate inaspettate, guardare il mare dal castello dei Doria, la sabbia tiepida, il cielo di luglio, il divano a dondolo, ascoltare vecchie storie, le passeggiate notturne ad Alghero, gli arrivi, i fine settimana a Roma, le infradito, le gonne lunghe lunghe, le mostre di pittura, le pizzette di via Rosello, i cozzuri, i libri illustrati, leggere poesie, essere abbracciata, ascoltare in silenzio, le bolle di sapone, le decorazioni giapponesi, disegnare sulla sabbia bagnata, le muse, la pioggia quando smette, Gianfranca a Sassari, sempre giocare.
"Se esiste una parola per dire i sentimenti dei sardi nei millenni di isolamento fra nuraghe e bronzetti forse è felicità.
Passavamo sulla terra leggeri come acqua, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta.
A parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti, eravamo felici."
