Kabìla in Lebanon 2 - In viaggio verso Tiro e il Sud del Libano - 19/11/16 - Video
PUBLISHED:  Dec 09, 2016
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Di musica e mito: Tiro

Immaginatevi un mondo antico e diverso. Un mondo fatto di cantastorie che siedono intorno ai fuochi delle case per raccontare i miti e le storie che sono la base di un popolo.



La storia che voglio raccontarvi, che a lungo è stata raccontata intorno ai fuochi, è quella di una principessa. Facile, direte voi, quasi tutte le storie iniziano con una principessa. Vero, ma questa storia è diversa: si parla di una principessa, ma non c’è nessun castello e nessun aspirante principe sul cavallo bianco.

C’era una volta una principessa, figlia del re di Tiro, una delle città più antiche del mondo, una delle più importanti città dei Fenici.

Un giorno il principe della nostra storia vide la nostra principessa e la trovò bellissima; allora pensò a un modo per sedurla. Alla fine decise di trasformarsi in un toro (!). Un toro con un bellissimo manto e l’alito che profumava di zafferano (wow!).

La principessa, attratta dall’aspetto e dal profumo del toro, si avvicinò per accarezzarlo e vi montò sopra. Il principesco bovino cominciò allora a scappare verso il mare, vi entrò e si recò in una delle isole del Mediterraneo, Creta. Lì, sotto un platano che ancora oggi si può vedere nella città di Gortina, il toro riprese le sue sembianze e rivelò alla principessa di essere un Dio, o meglio il padre di tutti gli Dei, Zeus.

I due si amarono in una delle grotte di Creta e generarono tre figli: Minosse, Sarpedonte e Radamante. Questi diventeranno i re delle principali città cretesi: Knosso, Festo e Malia.

In queste città si svilupperà la prima civiltà del nostro continente, quella che sarà un giorno nota come Minoica.

Questa principessa si chiamava Europa e un giorno tutto il nostro continente avrebbe preso il suo nome, mentre il Toro diventerà una costellazione.

Come spesso succede, i miti nascondono una storia reale. Per me questa storia parla di come la civiltà si sia spostata via mare insieme alle merci, di come i fenici abbiano portato il loro alfabeto in Grecia generando la nostra parola scritta, di come una antica civiltà ne genererà una nuova, in un continente diverso.

Questa storia potrebbe essere un’allegoria di come viviamo la Musica dei Kabila. Musica che è un interscambio tra culture diverse che si influenzano a vicenda fino a creare qualcosa di nuovo, di diverso.



Torno a Tiro il sabato, dopo aver visitato i suoi siti archeologici e le sue spiagge insieme a Emad nell’ultimo viaggio in Libano.

Stavolta ci sono tutti i Kabila. Ci aspetta un giro per il meraviglioso porto e quartiere cristiano, così simile alla mia amata Grecia, insieme a un pranzo a casa della mamma di Emad, semplicemente succulento.

Tiro oggi ha poche vestigia del proprio incredibile passato. Con due siti archeologici principalmente romani e bizantini resta poco della città di Europa, della Didone che fondò Cartagine e di cui si innamorò Enea, della città per prendere la quale Alessandro affrontò il più grandioso assedio della storia dell’antichità.

La sua storia però la consacra come una delle città più importanti della storia dell’umanità e, tra le case disordinatamente cresciute, i campi profughi palestinesi che minacciano le sue rovine e i bombardamenti israeliani, questo fascino antico rimane.
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