una cancion. Vincanto, live al Teatro Storchi di Modena 28 giugno 2014 - Video
PUBLISHED:  Jul 02, 2014
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Una canción (Pueblo de España ponte a cantar)

Parole di Jesús López Pacheco su di una melodia tradizionale spagnola.

Pacheco scrisse questa poesia probabilmente alla fine degli anni '50. Infatti essa appare (attribuita ad anonimo, per proteggere il suo autore) nel libro "Canti della resistenza spagnola 1940-1961" di Michele Straniero, Sergio Liberovici e Margherita Galante Garrone (aka Margot). Pag. 93
Successivamente Adolfo Celdrán metterà la poesia in musica, pubblicandola prima nell'album "Silencio" (1970) e poi in "Denegado" (1977).
¡Pueblo de España
ponte a cantar!
¡Pueblo que canta
no morirá!

Una canción,
una canción,
llena las calles
de la ciudad.

Canta el martillo,
canta el motor,
ya canta el brazo
trabajador.

Las herramientas
tienen cantar.
Lo canta el hombre
al trabajar.

Todas las manos
se van a alzar,
un solo puño
las unirá.

¡Pueblo de España
ponte a cantar!
¡Pueblo que canta
no morirá!

Pueblo que canta
no morirá.

Pueblo que canta no morirà
I Vincanto cantano la Resistenza spagnola

"Pueblo que canta no morirà" è un viaggio con i Vincanto nella Spagna antifranchista; dai canti nati sulle barricate repubblicane, pieni di speranza, di orgoglio, a quelli sarcastici e malinconici nati durante la dittatura, in un periodo in cui ricordare la guerra significava per molti ricordare una terribile sconfitta, ma nei quali ancora qualcuno non cessava di ammonire che se i fiori di Spagna erano morti in aprile (il primo aprile del 1939 Franco proclamò la fine della guerra e la nascita del regime) quei fiori sarebbero tornati, perché "al pueblo y a las flor no los mata el fusil" .
Canzoni che sono vere pagine di storia, filtrate dalla sensibilità artistica di un gruppo che solitamente si occupa di musica di tradizione orale italiana e raccolte in gran parte proprio da ricercatori italiani che si occuparono prevalentemente di musica popolare del nostro paese, durante un memorabile viaggio in Spagna avvenuto nell'estate del 1961, in piena dittatura franchista, con lo scopo di raccogliere le voci degli oppositori al regime. Si chiamavano Michele Straniero, Sergio Liberovici, Margherita Galante Garrone e altri ancora. Un progetto per certi versi assurdo, oltre che molto rischioso: non sapevano se avrebbero trovato qualcosa, mentre quello che era certo era che la polizia franchista avrebbe potuto procurare delle noie serie.
Canzoni spesso nate su melodie di brani e danze popolari preesistenti, o sulle arie di inni di altre precedenti guerre e rivolte, importanti certamente come documenti, ma anche musicalmente e poeticamente bellissime. Ogni canzone ha una sua storia che si lega alla vita delle persone che l'hanno cantata. Questa storia provano oggi a raccontare i Vincanto.
"Pueblo que canta no morirà" è stato prodotto dall'ISGREC (Istituto Storico Grossetano Resistenza ed Età contemporanea) e rappresentato in prima presso il Teatro degli Industri di Grosseto nell'ambito del convegno "Despuès de la guerra. Antifascisti italiani e toscani tra guerra di Spagna, Francia dei campi, Resistenze", nel gennaio 2011.
  
 Vincanto:

Ilaria Savini, Voce
Simone Faraoni, Fisarmonica, Voce, flauto dolce soprano
Alessandro Cei, Chitarra e voce
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