Luciano Pavarotti & Margherita Rinaldi - Lucia perdona Sulla tomba Qui di sposa Verranno a te - Video
PUBLISHED:  May 02, 2012
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Duet of Edgardo & Lucia
Opera - Lucia di Lammermoor
Composer - Gaetano Donizetti
1968

LYRICS :

EDGARDO
Lucia, perdona
Se ad ora inusitata
Io vederti chiedea: ragion possente
A ciò mi trasse.
Pria che in ciel biancheggi
L'alba novella, dalle patrie sponde
Lungi sarò.

LUCIA
Che dici!...

EDGARDO
Pe' Franchi lidi amici
Sciolgo le vele: ivi trattar m'è dato
Le sorti della Scozia. Il mio congiunto,
Athol, riparator di mie sciagure,
A tanto onor m'innalza.

LUCIA
E me nel pianto
Abbandoni così!

EDGARDO
Pria di lasciarti
Asthon mi vegga... stenderò placato
A lui la destra, e la tua destra, pegno
Fra noi di pace, chiederò.

LUCIA
Che ascolto!... Ah! no... rimanga nel silenzio avvolto
Per or l'arcano affetto...

EDGARDO
(con amarezza)
Intendo! -- Di mia stirpe
Il reo persecutore
Ancor pago non è!
Mi tolse il padre... Il mio retaggio avito
Con trame inique m'usurpò...
Né basta? Che brama ancor? che chiede
Quel cor feroce e rio?
La mia perdita intera, il sangue mio?
Ei mi abborre...

LUCIA
Ah! no...

EDGARDO
Mi abborre...
(con più forza)

LUCIA
Calma, oh ciel! quell'ira estrema.

EDGARDO
Fiamma ardente in sen mi scorre! M'odi.

LUCIA
Edgardo!...

EDGARDO
M'odi, e trema.
Sulla tomba che rinserra Il tradito genitore,
Al tuo sangue eterna guerra
Io giurai nel mio furore:
Ma ti vidi...in cor mi nacque
Altro affetto, e l'ira tacque...
Pur quel voto non è infranto...
Io potrei compirlo ancor!

LUCIA
Deh! ti placa...deh! ti frena...
Può tradirne un solo accento!
Non ti basta la mia pena?
Vuoi ch'io mora di spavento?
Ceda, ceda ogn'altro affetto;
Solo amor t'infiammi il petto...
Ah! il più nobile, il più santo
De' tuoi voti è un puro amor!

EDGARDO
(con subita risoluzione)
Qui, di sposa eterna fede
Qui mi giura, al cielo innante.
Dio ci ascolta, Dio ci vede...
Tempio, ed ara è un core amante;
Al tuo fato unisco il mio
(ponendo un anello in dito a Lucia)
Son tuo sposo.
Ne' tempi a cui rimonta questo avvenimento,
fu in Iscozia comune credenza,
che il violatore di un giuramento fatto
con certe cerimonie, soggiacesse in questa terra
ad un'esemplare punizione celeste,
quasi contemporanea all'atto dello spergiuro.
Perciò allora i giuramenti degli amanti,
lungi dal riguardarsi come cosa di lieve peso,
avevano per lo meno l'importanza
di un contratto di nozze. --
La più usitata di queste cerimonie era,
che i due amanti rompevano,
e si partivano una moneta.
Si è sostituito il cambio dell'anello,
come più adatto alla scena.

LUCIA
E tua son io.
(porgendo a sua volta il proprio anello a Edgardo)
A' miei voti amore invoco.

EDGARDO
A' miei voti invoco il ciel.

LUCIA, EDGARDO
Porrà fine al nostro foco
Sol di morte il freddo gel...

EDGARDO
Separarci omai conviene.

LUCIA
Oh parola a me funesta!
Il mio cor con te ne viene.

EDGARDO
Il mio cor con te qui resta.

LUCIA
Ah! talor del tuo pensiero
Venga un foglio messaggiero,
E la vita fuggitiva
Di speranza nudrirò.

EDGARDO
Io di te memoria viva
Sempre o cara, serberò.

LUCIA, EDGARDO
Verranno a te sull'aura I miei sospiri ardenti,
Udrai nel mar che mormora
L'eco de' miei lamenti...
Pensando ch'io di gemiti
Mi pasco, e di dolor.
Spargi una mesta lagrima
Su questo pegno allor.

EDGARDO
Io parto...

LUCIA
Addio...

EDGARDO
Rammentati! Ne stringe il cielo!...

LUCIA
E amor.

(Edgardo parte; Lucia si ritira nel castello)
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