L'amore delle tre melarance - Nicola Piovani Vincenzo Cerami - Video
PUBLISHED:  Sep 18, 2012
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L'amore delle tre melarance è divenuto famoso grazie all'omonima opera di Sergej Prokof'ev che è conosciuta prevalentemente in lingua francese.
In effetti è tratto dalla commedia di Carlo Gozzi che a sua volta l'ha presa dall'autore napoletano Giambattista Basile(1566-1632) nel suo "Lo Cuntu de li cunti" (Le tre Cetra).
Fra le altre cose il pregio di questo pezzo fascinoso di V. Cerami è quello di essere realizzato in lingua italiana e soprattutto in napoletano, nello stacchetto in dialetto cantato da Truffaldino.
Curiosità: F.Fellini si è innamorato di questo stacchetto è ha "costretto" N. Piovani ad utilizzarlo per la colonna sonora del suo film "Intervista"


Musica di Nicola Piovani Testi di Nicola Cerami
Voci di Nicoletta Fabbi, Pino Ingrosso,
Norma Martelli, Raffaela Siniscalchi.
Compagnia della luna.
I solisti dell'Orchestra Aracoeli
Alessio Mancini, Simone Salza, Nolito Bambini,
Pasquale Filastò, Monica Ficarra, Ivan Gambini,
Massimo D'Agostino, Carla Tutino.




L'amore delle tre melarance fa parte di un concerto rappresentato al teatro Ambra Jovinelli di Roma nel 2000 detto "Concerto Fotogramma."
"È una riflessione a scena aperta su musiche che sono nate per vivere sotto - a fianco di - sequenze di film, qualche volta per messe in scena teatrali, musiche che ora, rilucidate e riorchestrate, sono pronte ad essere rilette con scrupolosa libertà, riallestite per essere suonate al pianoforte, in mezzo ai Solisti dell'Orchestra Aracoeli; senza la potenza lussuriosa e l'enfasi magica dell'orchestra sinfonica, ma con l'elasticità espressiva del gruppo solistico. Viaggiando fra partiture più o meno recenti - da La notte di San Lorenzo a La voce della Luna, da Caro diario a La vita è bella, da Canti di Scena a Romanzo musicale - le musiche del Concerto Fotogramma si affidano all'immediatezza del cantabile, alla libertà dello scarto ritmico, al gusto di suonare affiatati cioè sul fiato reciproco e sul fiato del pubblico - quando ci si riesce. E tutte le sequenze sonore che si susseguono nel concerto, anche quelle che vengono da spettacoli teatrali, restano legate alla mia fantasia di evocazioni a un'immagine, a uno spezzone visivo, a un disegno: a un fotogramma, comunque. Il fotogramma è un lampo visibile, un tela nata per non essere vista, per scivolare impercettibilmente sul nostro sguardo, ventiquattro volte in un secondo; ma a volte, a fissarlo, riesce a indurci una sorprendente ipnosi fuori ordinanza. Si dice spesso che di una musica ben riuscita bastano poche battute per rievocarci alla mente l'anima di un intero film. Ma è anche vero che qualche volta può bastare un solo fotogramma, fisso ma eloquente, per risuscitarci nella memoria un'intera partitura. Il Concerto Fotogramma altro non è - o meglio altro no aspira ad essere - che un cammino riflessivo, imprudente e senza ambizioni consuntive, attraverso quelle musiche narrative che hanno di più segnato la coscienza di chi le ha scritte, cioè la mia. "
Nicola Piovani
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