Massimo Bubola

Location:
Verona, IT
Type:
Artist / Band / Musician
Genre:
Folk Rock / Rock
Site(s):
Label:
Eccher Music
Type:
Indie
DALL’ALTRA PARTE DEL VENTO

Da Rimini a Don Raffaè, le canzoni scritte da

Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola dal 1977 al 1990



il nuovo album di

MASSIMO BUBOLA

in uscita a dicembre 2008

Eccher Music 2008 / Self distr.



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“Dall’altra parte del Vento” è una raccolta di canzoni composte interamente nei testi e nelle musiche tra il 1977 ed il 1990 da Massimo Bubola con Fabrizio De Andrè, del quale ricorre il prossimo 11 gennaio 2009 il decennale della scomparsa.

Bubola è stato l’artista con cui Fabrizio ha composto di più (21 canzoni) e collaborato più a lungo 13 anni.

Queste composizioni che Massimo riarrangia e reinterpreta, vanno dall’album “Rimini” (1978), alla nota “Don Raffaè” (1990), passando per le canzoni che compongono il disco “Fabrizio De Andrè” più comunemente chiamato “l’Indiano” (1981), comprendendo anche l’unico 45 giri pubblicato dal cantautore genovese e co-prodotto dai due autori contenente “Storia sbagliata” (1980).

In questo nuovo progetto Massimo Bubola, rilegge dopo trent’anni la sua specialissima esperienza dal suo osservatorio privilegiato (dall’altra parte del vento) 11 dei 20 brani scritti con il grande De Andrè, diventati nel frattempo dei classici della canzone italiana e tra i motivi più eseguiti nel nostro paese.

Nel rispetto del suo amico Fabrizio, Massimo Bubola, ha deciso in un anniversario così importante di dedicare al poeta scomparso una rilettura lirica e musicale delle loro composizioni e regalare agli amanti della canzone d’autore un disco dalle sonorità profonde ed autentiche, che riaffrontano e rivisitano queste composizioni con una lettura filologica legata dell’allora nascente letteratura del rock italiano, che Massimo in questi trent’anni ha continuato a sviluppare.



Ci sono inoltre tre brani legati comunque a Fabrizio per altri motivi.



Il primo è “Colline Nere”, che fu scritto da Massimo poco dopo la pubblicazione del LP “l’Indiano”, sull’onda delle letture preparatorie a quell’album e dedicato alle Black Hills, le colline aurifere che si trovavano in territorio indiano e che invase dai bianchi e difese dai nativi americani, furono la premessa del massacro di Fiume Sand Creek.



Il secondo è “Invincibili”, una canzone-lettera ricca di flash-back e ricordi di vita vissuta con Fabrizio, di cui Massimo è autore del testo ed il figlio Cristiano della musica.



C’è infine il brano inedito “Dall’altra parte del vento”, che è una canzone ambientata in un bar di notte, in cui il protagonista, mentre si guarda nello specchio inclinato sopra il banco, vede apparire al suo fianco l’amico scomparso che gli dice parole intense e segrete e poi scompare con le prime luci dell’alba.

La gran parte di queste canzoni furono scritte da Massimo, tra i 22 e i 27 anni, ed oggi ha deciso di riprenderle in mano e di dargli una lettura diversa, per proporre nuove interpretazioni ed arrangiamenti dei brani, distanziandoli dalle versioni originali di Fabrizio, anche per salvaguardare il patrimonio originale, soggetto forse a troppe riproduzioni imitatorie e pedisseque da parte di molte invadenti tribute band che impazzano e fioriscono ad ogni dove, creando spesso una sorta di diffusa disinformazione, partendo dal presupposto che l’inutile sia dannoso.



L’intento di Massimo Bubola con quest’album prettamente acustico, da autore e testimone di queste composizioni, è quello di confermare oggi quel percorso nel suo valore e nelle sue intuizioni poetiche e civili che hanno fatto da colonna sonora e molto hanno significato e per tante generazioni a tutt’oggi.



Massimo Bubola è una figura centrale nella canzone d’autore italiana. Negli oltre trent’anni della sua carriera ha composto diciannove album (compresi compilation e live) e scritto più di trecento brani.

Già alla fine degli anni ’70 Bubola trasfonde nelle sue canzoni la potenza del linguaggio del rock, senza rinunciare a una poetica che si abbevera alla tradizione della musica popolare e della canzone d’autore italiana.

Miscelando questi elementi, arriva a maturare una formula musicale ricca di suggestioni letterarie che è stata definita ’rock d’autore’. Non a caso è proprio al sodalizio con Bubola che si devono i due album del periodo folk rock di Fabrizio De Andrè: Rimini e L’indiano.

Ma l’autore veronese continua a sviluppare un percorso personale, che porterà alla creazione di un’epica musicale attraverso i ritratti di personaggi storici come Giuseppe Garibaldi, Dino Campana, Tina Modotti, o con la moderna rivisitazione della latinitas di Eurialo & Niso. Questa epopea rock, figlia delle tradizioni italiane, nulla ha da invidiare a quella a stelle e strisce di Bob Dylan e suggerisce in ambito musicale le medesime istanze che costituiscono la spina dorsale della New Italian Epic di oggi.

Per questo Matteo Strukul, critico musicale fra i più attenti e preparati della nuova generazione, ha deciso di raccogliere la testimonianza di Massimo Bubola: per porre in luce i guizzi e le riflessioni, la letteratura e l’istinto rock che caratterizzano l’intera sua opera.

Album per album, canzone per canzone, in una lunga intervista che incrocia il commento ai testi, Il cavaliere elettrico svela le immagini preziose di una poesia che non rinuncia alla sensualità e alle contaminazioni d’oltremanica e d’oltreoceano.

Questo è un vero viaggio romantico, una straordinaria avventura letteraria che vive nel dialogo e nell’amore incondizionato per la musica.
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