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- L'errore, la stoltezza, il peccato e l'avarizia
occupano i vostri spiriti, tormentando i vostri corpi
e noi, figli del malessere dell'uomo
alimentiamo gli amabili rimorsi
come i mendicanti nutrono i loro insetti
- Caparbi i peccati, fiacchi i sentimenti
vi pagano lautamente le vostre confessioni
e ritornate sereni sul sentiero di fango
credendo che vili lacrime lavino ogni colpa
ma il male, quello nero e profondo rimane
- E il male tiene i fili che ci muovono
e scopriamo un fascino nelle cose ripugnanti
ogni giorno di un passo, dal fetore delle tenebre
risaliamo dal profondo, senza orrore
consapevoli del MARCIUME del nostro destino
- Costretti da voi a sfruttare ogni singolo istante
come un misero vizioso che bacia e morde
il martoriato seno di una vecchia puttana
noi, rubiamo in fretta un piacere furtivo
spremendolo con forza come un vecchio frutto
- Come un milione di elminti brulicanti
come mille demoni nei nostri cervelli
quando respiriamo questa MARCIA umanità
la morte discende nei nostri polmoni
coi sordi lamenti di un fiume invisibile
- Se stupri, veleni, pugnali ed incendi
non hanno ancora ricamato con segni funerei
il banale canovaccio dei vostri PIETOSI destini
e se i denti di noi, figli malsani, non mordono
è perchè l'anima nostra è ancora poco ardita
- Ma tra voi, sciacalli, cagne e pantere
scimmie, scorpioni, serpenti ed avvoltoi
mostri guaiolanti, urlanti, striscianti
nell'infame serraglio dei vostri vizi
c'è ancora il più brutto e nefasto
- Il vizio più immondo e maligno
la noia, che vi avvolge senza gesti e grida
ma farà facilmente la rovina della terra
in uno sbadiglio ingoierà il vostro mondo
in uno scenario di cui nulla è stato scritto
- La NOIA carica di lacrime fasulle
fumando la pipa, sogna di lunghi patiboli
e anche tu che ascolti, come me
quel leggendario mostro lo conosci
TU, mio simile, ipocrita
e malato fratello.