dal Vivo al Music Inn - Trailer - Video
PUBLISHED:  Apr 26, 2017
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di Carola De Scipio e Roberto Carotenuto
Produzione Associazione Jazz Mobile

Quando andavi al Music Inn ti sentivi a casa. Sapevi che lì avresti potuto ascoltare del buon jazz e non solo. In quella umida cave ci potevi incontrare la storia. Pepito e Picchi Pignatelli, i padroni di casa, sapevano come accoglierti ed erano sempre in buona compagnia. Eh sì, perché dal Music Inn passarono un po’tutti a suonare, chi a soffiare in un sassofono, in una tromba, un flauto o un clarinetto oppure un trombone; chi cantando apriva la bocca e chi faceva scorrere le dita sui tasti bianchi e neri del pianoforte o sul manico di una chitarra o di un basso elettrico o di un contrabbasso; chi invece faceva risuonare piatti e tamburi senza dimenticare la cosa più importante, lo swing dell’Hi-Hat. E poi c’erano gli/le storyteller del jazz, che con le parole e le note di uno standard ti facevano sentire tutta la malinconia del blues, la saudade della bossanova oppure la felicità per un amore per una volta finito bene. Insomma, tra quelle mura risuonarono le melodie, le armonie e i ritmi di gente come Dexter Gordon, Chet Baker, Charles Mingus, Gato Barbieri, George Coleman, Carmen McRae e tanti altri e altri ancora come Enrico Pieranunzi, Massimo Urbani, Eddy Palermo, Carla Marcotulli e quindi tantissimi altri, ognuno con il suo assolo, ognuno a raccontare la sua storia che è poi quella di molti altri, componendo così la storia nella storia.
E chi era lì ad ascoltare comprendeva nell’eccitazione di quelle serate che era anch’egli parte di quella storia, una storia fatta di tanti fatti, di momenti vertiginosi, di spaesamenti alcolici e palpitazioni frenetiche come lo zi-ghi-din del ride di Danny Richmond o di Billy Higgins, senza far torto a nessuno.

Chi ricorda ora quei giorni, anzi quelle notti, sa bene che ha fatto parte di una storia immortalata nei mille colori di un quadro o nel bianco e nero di una fotografia, una storia che si muoveva nell’aria piena di anticipazioni, di attenzioni e che riempiva le menti come le linotype riempivano di caratteri di stampa le pagine dei quotidiani o delle riviste che parlavano di jazz e del Music Inn.
Chi ricorda quei giorni sa bene che la notte, come canta Brainin, ha mille occhi e tra quegli occhi c’erano quelli di Pepito e Picchi che non si limitarono a scrivere la loro storia con l’inchiostro nero ma la disegnarono con un reticolo di colori differenti. Quella storia che oggi con questo documentario cercheremo di farvi immaginare, come una graphic novel, attraverso la viva voce di un consistente numero di persone – musicisti, critici, attori, giornalisti, registi, cantanti, appassionati che non sono solo dei testimoni di quell’epoca ma sono da considerare dei veri e propri protagonisti. Questo perché si era tutti protagonisti dal vivo al Music Inn.

Note a cura di Alfredo Ponissi

Gli intervistati
Adriano Mazzoletti, Carla Marcotulli, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava,Serge Del Neri, Lorraine Juvet,Carlo Di Renzo, Paolo Serani, Paolo Biamonte,Daniela Morgia, Riccardo Lay, Cristina Lopez Dupuy, Pietro Tonolo, Maurizio Giammarco,Marcello Rosa, Enrico Cogno, Tony Formichella, Puccio Sboto, Maurizio Urbani, Ivano Nardi, Luigi Tilocca, Pupi Avati, Bruno Tommaso, Mario Caprara,Nina Contini Melis, Harold Mabern, Charles Tolliver, Giampaolo Ascolese, Piero Odorici, Andreina De Tomassi, Tommaso Vittorini,Roberto Gatto,Antonello Salis, Carlo Atti, Mario Raja, Danilo Rea, Eddy Palermo,Pasquale Innarella,Nicola Stilo,Eugenio Colombo,Luigi Bonafede, Paolo Tombolesi,Mauro Verrone, Roberto Rega,Massimo Moriconi, Claudio Corvini, Mario Corvini, Roberto Bellatalla

Grazie a Alessandro Minetto e Marco Di Gennaro
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