The Groupies Fight Club 23 ...

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Primi anni '50.

Ci sono delle voci in giro di cucine sotterranea gigantesce di note salumerie di fama italiana da fame post-bellica.

Nelle cucine arrivavano camion di porci da fare carne da vendere, e gli operai lavoravano sodo, tanto, erano nervosi e taciturni.

Alle 17, quando suonava la sirena, il turno era finito e le donne a casa cominciavano a preparare la cena.

Alcuni operai, però, rimanevano sotto fino a tardi e nella zona pesa si formava un cerchio di gente che fuma, si spintona, grida, batte sulle pentole della cucina e scommette. Al centro, un ring e Mario, giovane operaio taciturno e risoluto come il suo mento: il ragazzo da battere.

Nessuno l'ha mai visto perdere e alla conta per il k.o., mentre l'arbitro contava ancora, Mario scendeva dalla pesa, prendeva uno dei porci del ricarico, lo alzava e in segno di vittoria lo faceva strillare all'apocalittico grido "Ve le suono!"

Allora tutti in coro battevano le pentole per il vincitore.

Mario era il migliore perché le sapeva suonare!

Mario era il migliore perché aveva fame.



Il The Groupies Fight Club, la battaglia amatoriale fra band che tenta di risanare una situazione musicale che più post-bellica di così si muore di fame, è lieta di avere come testimonial Mario.