Gretel e Hansel

Location:
Salò - Brescia, IT
Type:
Artist / Band / Musician
Genre:
Psychedelic / Rock / Garage
Site(s):
Label:
MADCAP COLLECTIVE
Type:
Indie
Gretel e Hansel nasce nel 2006 come un progetto musicale ispirato alla psichedelia della seconda meta' degli anni 60. Gruppi come Moby Grape, Electric Prunes e The Pretty Things sono il carburante per la sperimentazione dei GeH che li porta a plasmare il loro suono.Il tassello finale e' l'inizio della stesura dei primi pezzi dove nonostante alcune digressioni psichedeliche care ai primi Floyd capitanati da Syd Barrett non viene mai abbandonata la forma canzone piu' canonica.Questo intruglio di riff. bambineschi, chitarre taglienti e metriche stralunate da vita nell'inverno del 2006 ad un demo dal titolo : Captain Bangalore against the peacocks : 6 tracce che ben rendono l'immaginario della band.Dopo un annetto di discreta attivita' live e un'altra piccola apparizione nel progetto VEGETABLE MAN con la cover omonima edito da Yellow shoes i Gretel e Hansel portano alla luce il loro primo lavoro sulla lunga distanza : FOLLOW THE PORCUPINE, una piccola opera travestita da favola che in una mezz'ora scarsa e' capace di catapultare l'ascoltatore in un mondo distorto, da cui e' difficile uscire.



IL MUCCHIO FDM



Madcap colpisce ancora. Fedele ai suoi dettami ideologici, il collettivo artistico veneto pubblica l’esordio di Gretel e Hansel, un quartetto bresciano che si riconosce – come un po’ tutta l’etichetta – nel culto di Syd Barrett. Dietro questo nome di battaglia troviamo Fausto Zanardelli, già motore degli Edwood, qui aiutato da Federico Corbelli, Agostino Vecere e Stefano Frigoli. La band prende ispirazione dalle esperienze soliste del Cappellaio Matto di Cambridge e vive in un universo fantastico tra Alice nel Paese delle Meraviglie, suggestioni psichedeliche, dell’elettronica povera (qua e là squarci di theremin e sintetizzatori analogici). “Follow The Porcupine” è il risultato di queste prime suggestioni e si inserisce nella scia tracciata dai Jennifer Gentle di “Funny Creatures Lane” e dai Father Murphy. Altro motivo di interesse è la decisione di alternare a canzoni “canoniche” (per quanto possano essere canoniche composizioni volutamente sghembe, che giocano col paradosso melodico e il gusto naif della sorpresa) a brani musicali da sottofondo per la fiaba che dà il titolo all’album, narrata dalla voce femminile di Cristina Gangemi e scritta a quattro mani con Fausto Zanardelli.

Insomma, i motivi di interesse ci sono. “Follow The Porcupine” è un disco ricco di stimoli, che paga il dovuto dazio alle sue influenze senza però genuflettersi acriticamente. Da seguire



Hamilton Santià



MESCALINA



.Il nodo dell’enigmatico stupore? Gretel e Hansel e la favola del loro porcospino “Follow the porcupine”, un acido a forma di favola, dove un inesauribile tourbillon di principi attivi rimestolano sconclusionatamente in senso antiorario cappellagli matti e svenimenti Barrettiani, conigli fumati, balocchi meccanici, deliri, infanti, organetti, psycho on the rocks e timbri concavi da musical convessi. Tutto si sovrappone, si mischia in una sorta di strana Disneyland bislacca. vi apre un mondo che vi stavi autoprecludendo, e come un’ingombrante Alice vi lascia cadere a piombo nel vertigo della riscoperta.è un modo storto di ascoltare cose semplici e di effetto, che lasciano qualcosa alla fine. Gretel e Hansel farebbero la felicità dei Grimm Fratelli (per dirla al contrario), e anche loro dopo averlo ascoltato griderebbero spintonati da imput incontrollabili: “Fermate il mondo, vogliamo risalire”.



LIFT



Come la favola dei fratelli Grimm. O meglio. Come una versione della favola imbevuta di LSD, recitata al contrario, trasformata in manifesto programmatico e icona, da imprimere sulla copertina di un CD.un susseguirsi di vicende improbabili, mondi fantastici, percezioni alterate, in un concept che racconta le disavventure di un porcospino triste deciso a ritrovare un albero magico capace di regalare la felicità. Una storia in linea con l'immaginario lisergico più infantile - da Syd Barrett in avanti -, sorta di “fiaba di formazione” in technicolor con tanto di trip allucinogeno del protagonista, strambi personaggi a fare da contorno – tra i tanti, pipistrelli a tre occhi e mammut in lacrime – e happy hand di rito.il progetto letterario funge da ottimo catalizzatore per una proposta musicale tutt'altro che disprezzabile, giocata su traiettorie sghembe prese in prestito dalla poesia strafatta del Cappellaio Matto.un disco che altro non è se la porta d'accesso al mondo “fatato” di questi Gretel e Hansel.



Fabrizio Zampighi



LA SCENA



. è un pop solo apparentemente leggero che in realtà nasconde delle inquietudini sia liriche che musicali.Nasconde la confusione che avrebbero fatto, se avessero suonato insieme, Captain Beefheart, i Beatles e Frank Zappa.Come sempre la Madcap non sbaglia un colpo, producendo dischi minimali e di grande spessore artistico.



Vittorio Lannutti



KRONIC



.si sono abbandonati con animo fanciullesco e mente libera nel tentativo di ricostruire quelle ambientazioni da favola per adulti che marcarono l’esordio dei primi e più sperimentali Pink Floyd di Syd Barrett.Suggestiva la resa atmosferica complessiva e spiccata l’attitudine melodica .



Alberto Leone



KOMAKINO



L'intera grafica di copertina del digipack riporta.un bizzarro trip sonoro, in qualche modo infantile e strambo, psichedelicamente indie pop.I Prefer Melody come anche You Know?!? sono due piccole gemme, registrazioni lo-fi molto ambiziose e audaci



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