chicken chests

Location:
Milano, Milano, IT
Type:
Artist / Band / Musician
Genre:
Punk / Funk / Christian
Site(s):
in strettissima collaborazione con:



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ecco chi ci caga nel mondo.



BIO :

I Chicken Chests non sono nati all’improvviso.

I Chicken Chests son sempre esistiti.

Esistevano già quando il l'End decise di iscriversi, finite le medie, all’istituto “Marie Curie”, fucina di talenti musicali nonché leggendaria scuola-carcere (almeno nell’impianto architettonico).

A dire il vero, esistono dal 1981, quando nel DNA di il l'End, Mark, Mezza e Bliz si insinuò un parente stretto di H5N1, il virus dell’aviaria, che instillò nei giovani già citati l’idea di strimpellare uno strumento musicale.

Com’è, è.come non è, non è.complice il caldo, ecco che al secondo anno di superiori a Mezza viene in mente di suonare al concerto di fine anno. Nascono gli ACD (leggi “acidi”). Acronimo di nulla, la magia del nome non viene colta dalla maggioranza degli ascoltatori, i quali si limitano a commentare con cose tipo: ”Ah, ACD…come gli AC/DC ma senza una C…”.

Il primo ad essere reclutato, in qualità di bassista nonché assistente sociale di Mezza, è il l’End. La formazione comprendeva Piffo Cat Of Milan alla batteria e Mao alla chitarra solista, mentre il ruolo di leader/frontman spettattava al “cantante” e “chitarrista” Mezza.

Memorabili i pezzi suonati alla prima uscita della band, tra i quali ricordiamo “Rapporti anali canini”, “Surfin’ USA”, “Grazie all’alta capacità nutritiva del latte, i giovani possono smettere di fumare” e soprattutto “Kill the Kelly family”, pezzo che racconta l’intenzione di eliminare una volta per tutte l’odiosa famiglia neo-hippie.

Con la seconda superiore finisce l’esperienza Mariecurieana de il l’End, che decide di cambiare scuola per inseguire il suo sogno di modellare il pianeta a sua immagine e somiglianza.

Al terzo anno di superiori, dopo un anno di sporadici contatti, è ancora il concerto di fine anno del Curie a riunire il promettente bassista e il compagno di mille avventure Mezza. Questa volta ad occuparsi del microfono c’è un ragazzo di gomma, del tutto simile alla Pimpa, compagno di classe dei due cialtroni: è Bliz, che pian piano si è avvicinato al magico mondo della musica, in particolare metal.

Fine del concerto, fine della storia. Eh si, perché alla seconda uscita della band seguirono anni di oblìo. Ognuno per i fatti suoi, Mezza e il l'End si dedicarono ciascuno alla propria vita: Mezza ridimensionò la sua acconciatura e scoprì il vino; il l'End continuò a suonare in varie cover band spesso senza futuro al fianco di Piffo. Di Bliz non se ne seppe più nulla.

L’occasione per riavvicinarsi è offerta dal Chiringuito, locale all’aperto in quel di S.Siro. E’ qui che una bella sera si trovava a bere una cosa il l’End, quando ad un certo punto si sente stringere da un omone con due baffi ben curati e un alito al mojito: era Mezza. Indescrivibile la gioia del bassista nel rivedere quello che per due anni della sua vita era stato il vate, l’esempio, la prova che non c’è limite allo squallore della condizione umana. Da qui comincia la storia recente della band. Rispolverati i vecchi pezzi, i due ricominciano a lavorare al progetto musicale. Il primo ostacolo da superare era la line up inesistente: c’era un leader, Mezza, c’era un bassista, il l'End, ma di batterista e chitarrista neanche l’ombra. Molti i musicisti contattati, ma la cosa sembrava non decollare. il l'End decise di provare ad inserire nell’assortimento un simpatico pacioccone con mille soprannomi, suo amico d’infanzia, che da anni cercava di dire al mondo: ”Eccomi, sono Mark. E ora amatemi”. Risolto il problema chitarra, restava il ben più spinoso problema batteria. E qui rientra in gioco Bliz. “Ciao ragazzo, tutto ok? Bene… Oh, sai chi ho beccato al Gods of Metal? Bliz! E suona da tre anni la batteria!”. Come un bicchiere d’acqua nel deserto, la novella portata dal Mezza dissetò il l’End, che smise all’istante di collezionare schede telefoniche. Subito i due presentarono il progetto al ritrovato compagno gommoso, che prontamente rispose ”Cazzo, si” alla proposta degli ex ACD.

Completata la formazione, mancava un nome. Scartati i vari “Franzoni”, “Stipsy” ecc. si decise per Chicken Chests, senza particolari motivazioni.

Bene, ora non sappiamo più cosa raccontare.

Se volete conoscere i particolari piccanti venite ai concerti.

Ci sarà di che raccontare ai nipoti.

yeah!
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