RumoreRosa

La formazione toscana, proveniente dalle terre del Chianti, ha due dischi alle spalle,
con la Best Sound – Sony. Esperienza che ha portato il gruppo a misurarsi con tour e
discografia del cosiddetto main stream.
Per il terzo disco hanno deciso di maturare e riflettere bene sul percorso da
intraprendere ed hanno scelto la produzione indipendente, in una logica collettiva.
Sono stati sempre "qui", nella musica. E se essa, per cause non loro, generalizzando, si
è allontanata dai contesti, loro sono fuggiti con lei.
Dovevano far de-cantare le storie ed esperienze: l'hanno desiderato ed è stata una
liberazione.
Hanno girato l'Italia ed il mondo, a caccia dei luoghi, tanti luoghi, per far prendere aria
alle idee ed alla musica, ormai troppo stretta nelle logiche di un meccanismo che,
nonostante tutto, ancora stentano a decodificare.
Dopo i luoghi venne il momento di cercare le persone, quelle giuste.
Poi la nascita intorno all'idea del gruppo di un progetto allargato, più ampio.
Raccontano che è stato bello togliersi di dosso una pelle, che è stata tua, ma che
adesso senti che preme e spinge la nuova che sta sotto. Un po' la storia di una
generazione di giovani costretti al torpore imposto dalla crisi delle idee, dall'incapacità
di chi governa nel dare una risposta alle precarietà prodotte.
E' una presenza in più fra le quote rosa dell'indie nostrano, che porta la visione di una
gioventù che è anche donna e madre, in un epoca dove la maternità torna ad essere
limite, causa della precarietà.