Mambassa

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Location:
Turin, IT
Type:
Artist / Band / Musician
Genre:
Alternative / Pop / Classic Rock
Site(s):
“Una band in stato di grazia” così un editoriale di Faremusica definiva i Mambassa, freschi vincitori del contest nazionale “Indipendenti”, promosso dalla rivista nel ‘96. I Mambassa di lì a poco davano alle stampe Umore Blu Neon, l’esordio pubblicato da Cecchetto e prodotto da Max Casacci dei Subsonica, che confermava la freschezza del sound della band di Bra.



A fondarla nel 1995 lsono due irrequieti divoratori di vinile, Fabrizio Napoli e Stefano Sardo, in costante pendolarismo verso la Torino quella dei club e dei concerti dei Novanta. Due chitarre, basso e batteria, l’organico è quello classico della rock band, ma la doppia voce solista vira tutto in chiave pop, quasi surf. Grazie a due singoli forti di un massiccio airplay radiofonico (Tracce e la title-track), due video e una cover di Pensiero Stupendo di impatto, i Mambassa portano il loro spettacolo in giro per l’Italia per un’ottantina di date.



Nel ’99 esce 2M, prodotto da Carlo Rossi, che chiude una travagliata serie di vicissitudini contrattuali e discografiche, che li porta dalla Fri alla Mescal. La critica segue con interesse ma le radio stavolta ignorano e i Mambassa rimangono lì, un po' spersi tra vari cambi d'organico, un po' spaesati sul terreno accidentato della discografia italiana.



La band si mette in discussione, abbandona la soluzione della doppia voce solista e si compatta attorno alla figura di Stefano Sardo. Nel 2002 esce Mi manca chiunque – il titolo è un omaggio a D.F.Wallace - un album di canzoni maturo e malinconico, un’antologia di piccole storie fotografate con l'ironia un po' beffarda di chi non ha granché da perdere. Nello stesso anno, Stefano dà alle stampe il suo debutto narrativo, L’america delle kessler, per Arcana. Nel gennaio 2003 esce Il cronista (e altre storie), un ep con inediti e un video molto fortunato (della title track, firmato da Lorenzo Vignolo), che riceve premi e consensi. Sia il video, che l’esperienza esaltante come band di supporto nel trionfale tour dei Subsonica, riportano i Mambassa all’attenzione generale. (l’esperienza del tour coi Subsonica viene raccontata nel documentario Spalle in Gamba, presentato nel 2004).



Nel girovagare del tour 2003 i Mambassa si imbattono in Davey Ray Moor dei Cousteau, che nel giugno 2004 produce Mambassa, il quarto album. Con Moor la band trova la dimensione lavorativa congeniale e sforna il suo disco più adulto e sorprendente. Anticipato dal singolo L’antidoto, l’album esce il 22 ottobre 2004. Dal 29, i Mambassa sono di nuovo in tour. Il video di Stop, realizzato da Giuseppe Gagliardi con veri operai delle acciaierie di Terni come protagonisti, è tra i vincitori al Premio Videoclip Italiano 2006.



Ma i nostri, dopo quattro dischi e trecento concerti, sono stanchi. Senza il successo necessario a portare avanti la carriera musicale iniziata unidici anni prima, si separano per un po’. Stefano Sardo ha iniziato già da qualche anno la carriera di sceneggiatore, a Roma, e nel 2009 esce il suo La doppia ora, in concorso a Venezia 2009. Ma i Mambassa non si sono davvero persi di vista. Hanno continuato a scrivere canzoni. Senza fretta, senza smania, hanno accumulato le migliori, registrandone più di venti tra il 2007 e il 2009, con l’aiuto di Andrea Bergesio, già responsabile del sound di Mambassa. Nell’estate del 2009 il nuovo disco prende finalmente forma. La band cambia di nuovo, il chitarrista Nino Azzarà se ne va ed entra un tastierista Fulvio Bosco: il sound si apre, diventa più armonico, le ballate più ricche e avvolgenti.



E finalmente, nel 2010, a quindici anni dalla nascita del gruppo, ecco Lonelyplanet. Il quinto album dei Mambassa. Anticipato dal singolo Casting, con un video diretto da Lucio Pellegrini con un cast di 31 attori, Lonelyplanet segna il loro ritorno sulla scena.



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L'Antidoto



Canzone d'Odio



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Il Cronista



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