Gianmarco Colzi

"Parlare alla rovescia" di Stefano Bartezzaghi "La Repubblica"



Ho conosciuto molte persone che mi hanno parlato di una loro facoltà: quella di parlare alla rovescia, ovvero trasformando ogni parola in un bifronte. E' un caso che si verifica spesso parallelamente all'apprendimento della scrittura e della lettura - infatti ho appurato che queste persone (almeno quelle che ho esaminato) rovesciano non i suoni ma le lettere: amico viene pronunciato ocima, e non come se si scrivesse ochima.



E' invece raro che questa facoltà, che viene impiegata per produrre una specie di lingua segreta da usare solo con se stessi, sfoci poi nel gioco del palindromo, che la gran parte di queste persone non pratica. Non è così invece nel caso di Gianmarco Colzi. Anche lui, come l'Ernesto Tamagni di cui abbiamo parlato, è un musicista (è stato batterista dei Litfiba) ed è insegnante di musica. Parla a rovescio da quando ha imparato a scrivere e mi scrive alcuni palindromi che ha composto per suo divertimento anni fa. In alcuni casi torna su combinazioni già note, senza saperlo:

-Era timida ad imitare-

-Eri lupa da pulire-

-Aromi di dimora-

-O farò l'orafo o farò l'orafo-

-I ragni zingari-

-E serbala con amor, sorella dall'eros romano/calabrese-

-O vita tu per animo bada ad abominare putativo-

-Ai lati d'Italia-

-Roma ladrona, Nord a l'amor-

-Annodami madonna-

-Ai rami di Maria-

-Logo Totip Api Totogol.



Ce ne sono anche due in slang: il primo lo conoscevo, il secondo no:

-Er botto d'ottobre-

-O rum raccattato, o t'attacc'ar muro!- (efficace come minaccia a osti di squinternati locali romani di tendenza giamaicana).



NON SONO NESSUNO!!!