askra

Location:
Siniscola, Nuoro, IT
Type:
Artist / Band / Musician
Genre:
Rock / Southern Rock / Classic Rock
Site(s):
Label:
askra
Type:
Major
CARI AMICI DEGLI ASKRA,QUESTO E UN SPACE NON GESTITO DALLA BAND.SE AVETE DEI MESSAGGI PERSONALI PER LORO,LASCIATELI SUL PRIMO ASKRA FRIEND DELLA LISTA.GESTITO DA SKAU(IL CANTANTE)

GRAZIE



La parola ASKRA sta a significare SCHEGGIA, FRAMMENTO, una realtà che si pone CONTRO alle consuetudini del sopruso e dello sfruttamento delle coscienze. Gli ASKRA si formano con Pierpaolo Pau al basso, Alessandro Chighini alla chitarra solista, Marco Cau alla chitarra e voce, Sandro Usai alla batteria e voce. Il gruppo nasce a Siniscola (NU) nel 1993 per iniziativa di Marco e Pierpaolo “Fikus”, che si trovano a suonare cover dei Ramones, dei Clash e dei paesani Kenze Neke.

Successivamente si unisce al gruppo Alessandro, affiancando una chitarra solista alla ritmica di Marco. Il gruppo si completa qualche mese più tardi con l’ingresso di Sandro Usai, proveniente dai Kenze Neke, band in cui suona e canta ancora stabilmente.

Inizia così l’avventura del gruppo bnaroniese, che suona nei vari locali di Siniscola e dintorni iniziando ad abbandonare le cover e producendo sempre più musica propria.

Nel 1995, ancora acerbi, gli Askra decidono di provare le brezza dello studio di registrazione e realizzano con l’aiuto di una fanzine nuorese “Supporto Italiano”, il loro primo lavoro intitolato “A Sa Muta” che è uscito circa un anno dopo; dema-tape di otto brani che spaziano in diversi generi musicali, dal punk allo ska all’hardcore, con suoni molto crudi e grezzi resi gradevoli da un palpabile affiatamento dei 4 componenti; con testi scritti per lo più da Fabio Coronas (che da sempre collabora con il gruppo) e rigorosamente cantati in Limba.

Il suono grezzo dei primordi diventa in questo modo più raffinato, fino ad assumere caratteristiche che sono proprie del Rock moderno, contaminato da influenze eterogenee che danno luogo ad un crossover di forte matrice etnica. L’elemento di maggior peso, oltre alle musiche, diventano infatti le liriche, cantate esclusivamente in LINGUA SARDA e urlate su riff di chitarre pesanti e batteria martellanti. Senza dimenticare le origini, il suono diventa ancora più metodico, arrivando alla maturità con il secondo lavoro intitolato “Yabastat”, dove la formazione classica viene ampliata con le esecuzioni dei flauti e dei violini, fino ai campionatori e l’esplorazione di nuovi mondi sonori, una chiara traccia dei lavori futuri.

Fino dalle origini, i testi hanno avuto un’importanza fondamentale. Caratterizzati fortemente dalla matrice sociale, anch’essi hanno raggiunto un livello di notevole raffinatezza, denunciando alcuni dei mali endemici della Sardegna e le menzogne dell’era moderna. NURAXI FIGUS, il cavallo di battaglia del gruppo scritto da Fabio Coronas, denunciava in tempi non sospetti, la pietosa condizione a cui erano costretti a sottostare i minatori del Sulcis che protestavano davanti a Montecitorio con lo slogan “Meglio sottoterra che su un’Italia di merda”, ripreso poi in sardo nel brano. La tutela del patrimonio linguistico e della cultura della Sardegna (NON BI L’ACCO – Non posso più), la rabbia contro gli incendi (SAMBENE - Sangue), contro il lavoro che non c’è (TRAVALLU E MISERIA – Lavoro e miseria) sono alcuno dei temi che animano i testi, fino ad assumere un carattere INTERNAZIONALISTA nelle forti denuncie contro la VILE guerra della NATO in Jugoslavia (GHERRA – Guerra), lo sterminio degli indios in CHAPAS (ONZIDIE – Ogni giorno), la distruzione della cultura degli Indiani nativi d’America (NUDDAPRUS – Niente più), un monito contro il potere onnipresente del Vaticano (RUKE – Croce) scritta da Paolo “Angus” Carta, fino ai brani della tradizione (CORAZU – Coraggio), TRALLALLERA.

Dal 2000 gli ASKRA ampliano il loro organico aggiungendo alla formazione originale il sassofonista Luciano Sezzi, e due nuovi front-man alle voci, che sono i fratelli Fabio e Paolo “Angus” Carta.

Sul finire della stagione estiva, subentra al basso Claudio Roccia (anch’egli facente parte dei Kenze Neke) che va a sostituire Pierpaolo “Fikus” Pau.

La formazione di allora vedeva impegnate sette persone sul palco, il sound del gruppo è stato rafforzato e “colorato” rispetto al passato, gli incroci di metal, punk, ska, reggae si trovano in sintonia con gli intrecci di più voci che si alternano creando un cross-over in “limba” (sardo) serio, efficace e sopratutto di timbro ASKRA.

Alla fine della stagione estiva dopo l’uscita dal gruppo da parte di Paolo “Angus”, abbandona la band anche il bassista Claudio, al suo posto dopo un lungo lavoro di ricerca, ha trovato un bellissimo feeling con gli ASKRA l’attuale bassista Mirko Carbini, veterano basso dei mitici Quartz (storico gruppo punk di Padru).

Con la stagione 2003 alle porte, inizia un’ottima collaborazione con Homar Farjna alla voce, grande amico di tutti i componenti della band, che aveva già collaborato scrivendo un brano (Dies) dell’album “Yabastat”, l’intesa con il nuovo cantante è molto buona e non solo riporta a sette il numero dei componenti, dando quindi un immagine più potente dal vivo, ma vede nascere nuovi brani composti proprio assieme al nuovo entrato.

Purtroppo con l’arrivo dell’estate anche Fabio Carta decide di abbandonare il gruppo, con le date già fissate il gruppo ha contattato Stefano Ferrando, cantante dei Kenze Neke che in passato ha partecipato attivamente a diversi concerti live degli ASKRA e soprattutto ha cantato con loro due brani del disco “Yabastat”.

La formazione si accinge così a portare sulle piazze dei vari paesi sardi un nuovo spettacolo, molto meno aggressivo dal punto di vista del metal, ma più ben congeniato a livello melodico con interessanti intrecci delle tre principali voci (Marco, Stefano, Homar) . A fine gennaio 2004 gli ASKRA, entrano in studio di registrazione per il terzo lavoro, intitolato “Hijos”, che hanno finito di registrare a fine marzo ed è stato mandato in stampa a giugno ’04, il nuovo lavoro è l’evidente crescita della band che raffina in maniera molto concreta ciò che ha suonato per dieci anni. È tangibile la maturazione di tutto il gruppo e si vede soprattutto dal fatto che l’album presenta 14 tracce di genere musicale abbastanza diverse fra loro, quindi spazia da un etnico-popoular-rock della canzone che da il titolo all’opera Hijos (figli: dallo spagnolo) a un brano elettronico come Ghissadub, arrangiato da Marius, un Dj di Siniscola che ha partecipato anche alla creazione della 1° traccia Entrada;

alle tradizionali Cant dels Occels e Tramontis, alle più crossover Chin Sos Ocros Tuos e Gramsci (favoloso brano dedicato al mitico personaggio storico sardo), alla reggaeggiante Ghissat, alla sensuale Le Deserteur, alle cattive Deyr Yasin e Istuta!, al tango funky di Nucleartango, all’ironico messaggio di legalizzazione con un allegro motivo che spazia in più generi molto punkeggianti di Indekantri e per finire in quello che è un brano eccezionale, dedicato ad una persona speciale che rimarrà nei cuori di tutti i componenti del gruppo: In Viazu.

Quest’anno gli ASKRA saranno:

Marco Cau – voce e chitarra

Alessandro Chighini – chitarra solista e cori

Sandro Usai – batteria e voce

Mirko Carbini – basso

Luciano Sezzi – sax

Stefano Ferrando – voce e cori

Homar Farjna – voce e cori.

Sergio Putzu - FISARMONICA
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